News & Events

Il Governo italiano in questi anni ha favorito i lavori di ristrutturazione di diversi immobili, sia privati che condominiali, al fine sia di rinnovare gli stessi che per agevolare l’attività delle imprese edili (l’edilizia, infatti, rappresenta un settore importante per il nostro Paese). Il tutto grazie alla possibilità di aderire a svariati bonus per la ristrutturazione delle abitazioni ed ottenere così delle detrazioni considerevoli sulle spese effettuate. In tali agevolazioni rientrano solo le case principali o anche la ristrutturazione della seconda casa?

Come vedremo meglio in seguito, anche coloro che intendono effettuare una ristrutturazione per la seconda casa, hanno diritto ad ottenere tali detrazioni e quindi un rimborso per le spese effettuate per lo svolgimento dei lavori. Tuttavia, rispetto a quello previsto per una casa principale, il bonus ristrutturazione seconda casa presenta delle limitazioni consistenti. Questo per evitare che qualche furbo possa ampliare l’immobile e ricevere rimborsi destinati invece alla sola ristrutturazione dello stesso.

Ecco in cosa consiste il bonus per la ristrutturazione seconda casa

Per coloro che intendono effettuare lavori di ristrutturazione della seconda casa, è possibile usufruire di un bonus statale, che permette di detrarre le spese sostenute (e naturalmente documentate) riguardanti alcuni interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria. Tale agevolazione si estende anche all’acquisto di immobili posti in edifici totalmente ristrutturati. 

Il bonus relativo alla ristrutturazione seconda casa è stato del 50% per tutte le spese effettuate nel 2020, per un tetto massimo di 96.000 Euro. Una quota confermata anche nel 2021 (grazie alla Legge di Bilancio approvata a fine anno 2020), con pagamenti eseguiti successivamente al 31 Dicembre 2020. Tale agevolazione riguarda ciascuna unità immobiliare, pertanto è ammessa e quindi è possibile usufruirne anche per due o più abitazioni secondarie.

Quali lavori sono ammessi per li lavori?

Gli interventi per i quali si può accedere ai rimborsi statali sono quelli di manutenzione ordinaria (solo sulle parti comuni dell’edificio) e straordinaria; quelli relativi a restauro e risanamento conservativo; e quelli di ristrutturazione edilizia. Non vi rientrano, invece, interventi che coinvolgano nuove costruzioni o volumi autonomi rispetto all’abitazione principale. Difatti, la struttura per cui si richiede il bonus per la ristrutturazione seconda casa deve essere già censita o, al massimo, in attesa di censimento all’ufficio del catasto.

Ulteriori interventi possibili riguardano misure antisismiche (oggetto anche di agevolazioni specifiche); la realizzazione di posti auto pertinenziali ed una vasta gamma di differenti lavori, che vanno dall’abbattimento delle barriere architettoniche alla bonifica dell’amianto e al miglioramento del risparmio energetico. Nelle agevolazioni previste per la ristrutturazione della seconda casa, vi rientra anche l’installazione di pannelli fotovoltaici (per il 2021, il bonus spettante è del 50%), tuttavia con condizioni particolari.

Chi può usufruire di questo bonus?

I soggetti che possono presentare richiesta per ottenere il rimborso per lavori di ristrutturazione della seconda casa sono, tra gli altri: il proprietario, il nudo proprietario, coloro che sono titolari di diritti di godimento (uso, usufrutto, superficie ed abitazione), comodatari e locatari. Per poter aderire al bonus relativo alla ristrutturazione seconda casa, il richiedente deve aver eseguito e pagato i lavori attraverso bonifico ordinario oppure bonifico “parlante” (che fornisce informazioni molteplici e più complete).

Poi, entro 90 giorni dal collaudo di un impianto o dall’ultimazione dei lavori, sempre il richiedente deve effettuare una comunicazione all’Enea. Tuttavia, tale informativa risulta obbligatoria soltanto se sono stati eseguiti alcuni interventi particolari relativamente alla ristrutturazione della seconda casa. Tuttavia, nel caso la comunicazione fosse tardiva rispetto ai 90 giorni indicati, non si perde il diritto alle detrazioni, purché comunque la si effettui. 

Permettici un momento in cui promuovere il nostro sito: hai già letto il nostro approfondimento sulle Piscine da interno? Dagli un’occhiata… siamo certi che in futuro potrà esserti utile.

Come funziona l’Ecobonus 

Sempre più spesso sfogliando un giornale o guardando un telegiornale sentiamo parlare di catastrofi ambientali e di stato di salute della terra quantomai discutibile. Tutto questo è figlio della negligenza dell’uomo che nel corso degli anni, dei decenni e dei secoli è riuscito con cattiveria a distruggere e quindi a compromettere un ecosistema che definire perfetto è un eufemismo. E per tamponare o quantomeno nel tentativo di porre parziale rimedio a quanto causa dall’uomo tutti gli Stati del mondo si stanno muovendo in tale direzione. 

Dal 2018 in Italia sono stati elargiti dei bonus per tutti coloro che avessero deciso di ristrutturare abitazioni e strutture già esistenti al fine di ridurre quelli che sono i livelli di inquinamento. L’Ecobonus, quindi, sarà accessibile a tutti con annessi vantaggi e risparmi che oscillano tra il 60% e il 75%. Cifre molto alte se pensiamo che quasi ¾ di tutti i lavori verranno in qualche modo risparmiati dai cittadini. Ma andiamo a vedere ora come funziona nel dettaglio questo Ecobonus. 

In sostanza l’Ecobonus non è altro che la proroga della detrazione fiscale che come detto è stata già adottata nel 2018 circa le spese inerenti al risparmio energetico. Seppur ancora ufficiosa e non ufficiale la stessa avrà gli stessi crismi di quella precedente anche se si aspetta nel dettaglio la Legge di Bilancio firmata dal Governo Conte.  A usufruire dell’Ecobonus possono essere sia le persone fisiche, che società di persone e di capitali, enti pubblici e privati che però non svolgono alcuna attività commerciale. Da sottolineare che comunque a beneficiarne non sono solo i proprietari dell’immobile in quanto anche coloro che hanno lo stesso in comodato possono usufruire di tali agevolazioni. 

Il bonus può ovviamente essere richiesto per tutte le tipologie di edifici presenti al catasto a patto e condizione che gli stessi non siano in fase di costruzione o che presentano già un impianto di riscaldamento.  

Come detto l’Ecobonus è riservato a tutti coloro che decidono di rinnovare una struttura al fine di aderire all’iniziativa riguardante il risparmio energetico in modo tale da salvaguardare la terra. Ma quali sono nello specifico questi lavori ove è possibile ottenere detrazioni fiscali così elevate? Ecco la lista. 

  • Bonus ristrutturazioni: valevole sia per i privati che per i condomini copre al massimo una cifra prossima ai 96 mila euro. 
  • Bonus mobili ed elettrodomestici: detrazioni fino al 50% per una cifra che non può superare i 10mila euro ma a patto e condizione che l’acquisto sia seguente alla ristrutturazione; 
  • Ecobonus per il risparmio energetico: non è che il bonus per l’installazione della caldaia che si articola in ben tre fasce: 
  • Detrazione pari al 65% se si installa una caldaia con condensazione di classe A con sistemi di autoregolazione evoluti; 
  • Detrazione pari al 50%: se si installa una caldaia con condensazione di classe A; 
  • Detrazione pari al 0%: se si installa una caldaia con condensazione di classe B. 
  • Sismabonus: già rinnovato addirittura fino al 2021 permette di ottenere dei bonus a tutti i residenti in zone ad alto rischio sismico. Si tratta di un’agevolazione unica che si suddivide in tre fasce; 
  • Bonus tende e zanzariere: se vengono acquistate dotate di schermature solari ci sono vantaggi fino al 50%. 

Come visto dunque gli sgravi a livello fiscale sono imponenti. Ultima cosa da aggiungere è che gli stessi possono essere ridistribuiti per un periodo massimo di dieci anni e non di più. 
Le spese, a volte esagerate, possono incutere timore e rendere tutti scettici o titubanti: se pensiamo e riflettiamo che con opere di ristrutturazione generale oltre a beneficiarne noi ne beneficia la terra dovrebbe venire tutto più semplice. A maggior ragione se possiamo ottenere sgravi fino al 65%. Non poco.  

Vuoi sapere quali sono i passaggi chiave per l’installazione di un montascale in un contesto condominiale? Trova tutte le informazioni nel nostro articolo dedicato.

I materiali

La sostenibilità è diventato un tema molto sentito e discusso, per questo quasi tutti i settori stanno cercando di adeguarsi e rivedere i loro processi produttivi. Nel mondo dell’edilizia la tecnologia ha fatto grandi passi in avanti, permettendo la costruzione di edifici sempre più sostenibili e rispettosi dell’ambiente.

Nella bioedilizia questo concetto è portato alla massima potenza, con la costruzione di strutture a bassissimo impatto energetico e ambientale. Nella bioedilizia l’edificio dovrà essere ecologicamente sostenibile a partire dalla scelta del luogo di costruzione, della progettazione fino ai materiali di costruzione e la manutenzione.

Questo comporta dei costi iniziali un pochino più alti che vengono però compensati dal notevole risparmio energetico che si avrà negli anni di vita dell’edificio. Si calcola, infatti, che il risparmio si aggiri intorno al 40% annuo.

Un ruolo fondamentale nella bioedilizia lo fanno i materiali. Sono fondamentali prodotti che abbiano un ottimo grado di isolamento termico/acustico e che permettano quindi, di avere una dispersione energetica più efficiente. Questo comporterà un uso meno intensivo dei nostri dispositivi di riscaldamento e/o condizionamento, perché l’edificio avrà un elevata capacità di mantenere il caldo e/o il fresco.

I materiali di costruzione generalmente utilizzati sono il legno, i mattoni in calce e canapa o riempiti di argilla.

Per quanto riguarda l’isolamento vengono di solito utilizzati la lana di roccia, il sughero e fibre naturali come legno, cellulosa, ecc.

Gli infissi invece saranno costruiti con vetri prodotti in maniera sostenibile e strutture con ottimo isolamento termico.

Le fonti energetiche

A corredo di una costruzione efficiente ed a basso impatto ambientale, un ulteriore elemento importante è la provenienza delle nostre fonti energetiche. La luce, il gas e l’acqua sono punti deboli per quanto riguarda la sostenibilità, e la bioedilizia cerca, anche qui di porre rimedio tramite scelte alternative.

Per quanto riguarda l’acqua potabile, non ci sono alternative, (saremmo obbligati ad utilizzare il sistema idrico nazionale), ma si può agire sul recupero delle acque e per ridurre al minimo gli sprechi. Sistemi di riciclo dell’acqua ci potranno aiutare per evitare lo spreco e magari utilizzare le acque bianche per scopi specifici.

L’energia elettrica, da diverso tempo invece, ha una possibilità di scelta più ampia e più sostenibile. Vengono utilizzati sistemi di energia rinnovabile come i pannelli fotovoltaici e addirittura piccoli impianti per l’energia eolica.

Per quanto riguarda il gas in casa, le soluzioni non sono molte. Si può decidere di eliminare il gas come fonte, utilizzando l’energia elettrica con un riscaldamento elettrico e l’utilizzo di piastre ad induzione per la cucina. Alcune aziende di energia promettono di utilizzare gas da fonti rinnovabili al 100%, quindi possiamo scegliere di fare una piccola ricerca ed affidarci a queste aziende.

Gli incentivi

Per la bioedilizia esistono diversi incentivi inseriti all’interno del bonus per la ristrutturazione del 2018.  È possibile, quindi, avere una detrazione del 50% della spesa, per lavori di ristrutturazione o di costruzione di edifici che aumentino l’efficienza energetica. È, inoltre, possibile detrarre parte del costo di sostituzione o d’ installazione di nuovi sistemi di riscaldamento e/o climatizzazione.

Nell’incentivo alla ristrutturazione è previsto anche una detrazione fiscale, per tutti i lavori d’ installazione di pannelli fotovoltaici per utilizzo di energia elettrica autoprodotta.

La bioedilizia quindi, nel 2018, può trarre tanti vantaggi dagli sgravi fiscali previsti, permettendo così di ridurre i costi dei materiali e di costruzione.

L’impianto fotovoltaico

Se la tecnologia ha fatto grandi passi avanti nel processo di costruzione di edifici sostenibili, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la burocrazia ed il processo d’integrazione di tutti i fattori esterni che coinvolgo una casa.

Si sta lavorando proprio su questo: favorire gli adempimenti burocratici e far sì che sia sempre di più le soluzioni integrate per quanto riguarda l’approvigionamento alle fonti rinnovabili. Nascono, grazie al mercato libero, diverse aziende che garantiscono l’utilizzo di fonti rinnovabili e, in contemporanea, si lavora all’abbattimento dei costi per l’installazione di strumento per l’auto – produzione energetica.

La tecnologia fa passi avanti anche nell’edilizia. Dal 2020, infatti, saranno realtà le prime case “full elettric”, edifici in cui l’unica forma di energia utilizzata sarà l’elettricità. Questo porterà ad una vera e propria “rivoluzione elettrica”, con sempre più persone che investiranno nell’energia solare.

La caratteristica fondamentale nelle case “full elettric” è la loro totale dipendenza da una sola utenza: l’energia elettrica. Non ci sarà bisogno del gas per riscaldamento e cucina, ma questo sarà sostituito dall’utilizzo di apparecchi elettrici, piastre ad induzione per la cucina e radiatori elettrici per il nostro riscaldamento.

Cominciamo subito con una domanda: conviene? La risposta è che, si conviene e lo è ancor di più se il sistema sarà associato ad un impianto fotovoltaico e ad una costruzione o ristrutturazione della casa sia specifica per la maggior efficienza termica possibile.

Condizione sicuramente non obbligatoria ma, a nostro avviso, necessaria, per una casa “full elettric” è l’installazione di pannelli fotovoltaici. L’energia elettrica ha un costo non indifferente (anche se più basso rispetto al gas) e la possibilità di installare dei pannelli fotovoltaici permette veramente di farci risparmiare fino al 60%-70% sulla nostra bolletta.

Il costo medio di un impianto si attesta intorno alle 5.000€, ma considerando i continui incentivi e le detrazioni fiscali, questo costo può essere dimezzato, rendendo molto vantaggiosa la loro installazione. Va da sé, che in una casa “full elettric” il vantaggio è maggiore, visto l’utilizzo della sola elettricità per tutte le utenze.

Lascia un commento