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Sono già diversi anni che ne usufruiscono sia migliaia di persone al fine di migliorare i propri immobili e sia diverse strutture condominiali per riammodernare tale genere di edifici, il bonus ristrutturazione infatti rappresenta un elemento di fondamentale importanza nell’opera di ammodernamento di tantissime abitazioni nei diversi centri del nostro Paese. Una misura che ha permesso, inoltre, di mantenere molto dinamico il settore edilizio, anche nei periodi più difficili e meno floridi.

Tuttavia, alcune novità sembrano profilarsi all’orizzonte e che potrebbero ampliare proprio tale misura o, da altri punti di vista, diversificarla. Infatti risulta in fase di discussione, in questi primi mesi del 2019, un Decreto Legge che prevede un bonus ristrutturazione non residenziale, che potrebbe trasformare il bonus così come finora è stato conosciuto ed utilizzato, come detto, da tantissime persone. Una modifica che amplierebbe la platea di lavori edilizi ammessi ad ottenere dei benefici di natura fiscale da parte dello Stato.

Cosa prevedono le misure ipotizzate

Inserite all’interno del Decreto Legge 65, in esame al momento presso la Commissione Territorio ed Ambiente in Senato, vi sono infatti delle norme riguardanti la riqualificazione urbana e che prevedono, tra le altre cose, una ridefinizione del bonus relativo alle ristrutturazioni ed una variazione della percentuale di detrazione Irpef, prevista in casi particolari ma importanti.

Nello specifico, tale iniziativa di legge prospetta un ampliamento del bonus (usufruibile oggi per lavori di ristrutturazione edilizia, miglioramento antisismico di immobili privati e condomini e per una maggiore efficienza energetica degli stessi) per estenderli anche a quelle strutture o locali non residenziali e quindi ad uso commerciale o produttivo. Associato a tale ampliamento, inoltre, vi è anche la modifica della percentuale Irpef del bonus di cui si può usufruire.

Infatti, l’aliquota base si riduce al 35%, con la previsione di un’agevolazione e quindi di un rimborso Irpef del 65% per quei lavori edilizi che hanno ad oggetto edifici o strutture situate in aree particolarmente degradate o periferiche di città o paesi, fermo restando tuttavia il tetto massimo di spesa di 96.000 Euro attualmente previsto. Per quei lavori che prevedono anche una migliore efficienza energetica della struttura, si associa anche un sistema premiale proporzionato.

Per agevolare ulteriormente tali iniziative, si prospetta che le spese di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica degli edifici pubblici vengano escluse dal calcolo del patto di stabilità interno. Altre facilitazioni prevedono poi che per gli interventi strutturali, anche destinati al miglioramento energetico ed antisismico di tali immobili non siano previsti oneri di urbanizzazione e vi sia una riduzione del 50% del relativo canone di occupazione del suolo pubblico.

Infine, si prevede anche un incremento fino al 60% del bonus Irpef usufruibile, sempre per interventi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia, ma per quei complessi ricettivi ed alberghieri posti in zone periferiche o degradate delle località italiane.

Lavori ed autorizzazioni

I proponenti questa iniziativa di legge intendono anche introdurre delle semplificazioni per quanto riguarda l’iter di autorizzazione per tale genere di interventi: questi ultimi infatti potrebbero prevedere unicamente la comunicazione di inizio dei lavori asseverata, la cosiddetta Cila. Ulteriori novità si prospettano anche all’articolo 4 del Ddl 65.

Infatti, si parla di una nuova procedura, la cosiddetta “sostituzione edilizia”, che dovrebbe eliminare gli oneri di urbanizzazione e semplificare le autorizzazioni per demolire e ricostruire edifici (di medesima volumetria), considerati inidonei alle vigenti norme relative all’efficienza energetica, la sicurezza (anche antisismica o idrogeologica) o la sostenibilità. Al fine tuttavia di ottenere l’eliminazione degli oneri indicati, la struttura dovrebbe raggiungere almeno il livello A di classe energetica.

Ulteriori agevolazioni previste L’articolo 7, inoltre, fornisce agli enti locali l’opportunità di concedere delle agevolazioni fiscali per interventi di rigenerazione urbana. In particolare, si prospetta la sospensione decennale del pagamento di Imu, Tasi e Tari; l’esenzione dell’imposta di registro ed il dimezzamento degli oneri concessori. Infine, si rimodella, prevedendo particolari benefici, l’iter inerente la permuta di immobili, destinati all’uso amministrativo o governativo, e situati in aree periferiche o disagiate.  

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